giovedì 12 dicembre 2013

Ai confini della decenza

Ho rubato il titolo ad una divertente parodia dei tempi di "Avanzi" di Serena Dandini, programma che dovrebbe assolutamente essere riscoperto.
 
Il titolo scaturisce dalla reazione che ho avuto a questa notizia: "Denunciata per violenza sessuale la NoTav che baciò il poliziotto", da laRepubblica.it.
All'inizio credevo fosse uno scherzo, una di quelle notizie finte, quelle che molti siti di satira creano per ironizzare sull'assurdità di certe notizie, quelle vere, che spesso sentiamo o leggiamo. Ma il sito era La Repubblica, non stavo leggendo un post di Spinoza.it o Lercio. Dunque la notizia è vera.
 
Franco Maccari, segretario generale del sindacato di Polizia (Coisp), intervistato alla trasmissione di Radio24 "La Zanzara", ha annunciato: “Ho denunciato la No Tav che ha baciato il casco del poliziotto [...] Se io la bacio sulla bocca, non é reato? Se fosse stato un poliziotto a baciare un manifestante a caso, sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale”.
Speravo fino alla fine di aver letto male. Ma ci vedo ancora bene.
In questo paese, un uomo che picchia sua moglie non viene fermato e anche quando viene fermato non è sbattuto direttamente in galera, vendicandosi spesso, troppo spesso, sulla donna, nei modi che abbiamo imparato a conoscere. Invece una ragazza che ha inscenato una provocazione (con un BACIO, che violenza!) viene denunciata per violenza sessuale.

Il giovane poliziotto come Raachida Lakhdimi, Sandra Lundarini, Rosa Manna, Stefania Cancelliere, Alessandra Sorrentino, Antonina Nieli? Questi sono solo alcuni nomi della lista, fin troppo lunga, pubblicata dall'UDI, l'Unione Donne in Italia, delle vittime di femminicidio dell'anno 2013.
Va bene, ci sono le dovute differenze: il poliziotto è vivo, queste donne sono morte. Ma proprio perché c'è questa abissale differenza, l'aver usato il termine "violenza sessuale" ha dell'indecente. Paragonare delle situazioni molto diverse rischia di sminuire il significato vero di violenza sessuale, che, quando c'è, si aspetta la morte della vittima per certificarla.
Bisogna dare più peso alle parole, che sono importanti, come diceva Nanni Moretti.

Il Coisp è quel sindacato che ha manifestato sotto le finestre dell'ufficio di Patrizia Aldrovandi, madre di Federico, ucciso da poliziotti. Dato che il bacio di Nina al poliziotto è violenza sessuale, cosa sarà allora la morte di Federico? Potrebbero chiamarla "constatazione amichevole" o "confronto di opinioni". Certo, potrebbero chiamarla così.
Tanto, è ormai evidente come il Coisp dia il giusto peso alle parole.
Proporrei una sua collaborazione alla nuova edizione del Vocabolario della Lingua Italiana. Potremmo vederne delle belle.



 

 

mercoledì 11 dicembre 2013

Signori, mi presento.

Vi starete chiedendo chi è Hélène Malaussene  e, soprattutto, che cosa scrive. I lettori di quale genio che è secondo me Daniel Pennac avranno riconosciuto il cognome Malaussene, cognome di Benjamin e della sua strampalata famiglia, protagonista della serie di romanzi che inizia con “Il paradiso degli orchi”. Per me sono veri capolavori: la loro ironia è disarmante e non puoi far altro che riflettere ma senza smettere di sorridere.

Benjamin è un “capro espiatorio” di mestiere, si addossa per lavoro tutte le colpe del mondo. E’ un eroe romantico, o un antieroe, se osservato da un diverso punto di vista. Resta il fatto che è uno dei personaggi più divertenti e allo stesso tempo commoventi della letteratura contemporanea.

Mi chiamo Elena e dato che il mio nome in francese è Hélène, la rima con Malaussene mi è subito piaciuta. Quindi mi sono unita alla famiglia, prendendone il cognome, come se fossi un’ennesima sorella di Benjamin, una sorella adottiva. Spero che alla famiglia non dispiaccia.

Une soeur plus ;)